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La Grotta Azzurra è una cavita carsica che si apre nel versante nord-occidentale dell'Isola di Capri ed afferisce amministrativamente al comune di Anacapri.
Il colore azzurro, che rappresenta la caratteristica peculiare dell'antro, è dato dalla luce esterna che, filtrata dall'acqua del mare, si riflette e si diffonde nella grotta (anche grazie al fondale chiaro e sabbioso della stessa).
In epoca romana, ai tempi di Tiberio, la grotta era utilizzata come ninfeo marino. Alcuni archeologi ritengono che sia stata la presenza della grotta a spingere Tiberio a far costruire la villa sovrastante e che sia stato proprio quest'ultimo ad allargare l'ingresso per permettere ad una barca di entrare.
Per molti anni non venne più visitata e, anzi, era temuta dai marinai locali a causa di leggende popolari che la descrivevano come un luogo infestato dagli spiriti.
Venne riscoperta a partire dal 1826, quando il pescatore locale Angelo Ferraro accompagnò lo scrittore tedesco August Kopisch e il pittore Ernst Fries a visitarla. I due ne decantarono le bellezze e da allora divenne tappa fissa per i viaggiatori diretti a Capri.
Attualmente, è uno dei siti più visitati in Campania.
Forse a causa dei chiari scuri creati dal sole, la lastra sembra immortalare una rappresentazione della grotta e non la grotta stessa, quasi come si trattasse di uno scatto a un dipinto.