11b-34
Nell'archivio digitale della University of Notre Dame, al presente link, è possibile visionare una lastra molto simile alla lastra qui rappresentata, è uguale persino l'angolazione dalla quale è stata realizzata, varia leggermente la tipologia di uno dei due tendoni. Questa lastra risale al 1910 ed è stata realizzata dallo studio G. Massiot & cie.. Quest'ultimo, da ricerche effettuate, potrebbe essere uno studio fotografico francese.
Questa lastra potrebbe esser stata realizzata lo stesso giorno e all'incirca nello stesso punto della lastra 11b-5 poichè la posizione dei carretti appare identica in entrambe le lastre e a variare è solo l'inquadratura.
L'Arena di Verona costituisce senza dubbio la più evidente eredità veronese della Roma antica. L'Arena è un anfiteatro risalente all'inizio del I secolo d.C., sotto l'età giulio-claudia. Nel corso della sua lunga storia, l'arena venne utilizzata come luogo per i combattimenti tra gladiatori, le cacce di animali feroci ed esotici, e, probabilmente, per il martirio dei cristiani.
L'anello più esterno dell'anfiteatro di Verona è andato quasi completamente distrutto nel terremoto del 1117. Se ne conserva solo un settore di quattro archi chiamato "ala". Nella lastra questo settore si può solo intravedere a causa dello sfondo di colore molto simile ai quattro archi.
Dopo che vi furono ospitati spettacoli teatrali, balletti e perfino ascensioni e atterraggi di mongolfiere, l'Arena trova la sua definitiva vocazione nel 1913, con la rappresentazione dell'Aida di Verdi. Da allora, diventa sede delle stagioni liriche estive ed accoglie, ogni anno, oltre 600.000 spettatori, costituendo la più grande stagione lirica all'aperto del mondo.
La Chiesa di San Nicolò all'Arena sorge alle spalle dell'Arena di Verona. Il nome fa riferimento, infatti, ad un vicino collegamento sotterraneo con l'arena che è stato effettivamente rinvenuto durante alcuni scavi archeologici nell'area.
Le origini dell'edificio sono antecedenti il XII secolo e fino al 1627 l'edificio non subì trasformazioni rilevanti, ma in quell'anno l'ordine dei Teatini, insediatosi nell'area nel 1598, potè commissionare dei lavori all'architetto Lelio Pellesina che comportarono un profondo rinnovamento della chiesa. I lavori si conclusero nel 1683 ma non vennero completati il campanile, la cupola e la facciata a causa della mancanza di denaro. Quest'ultima venne ultimata tra il 1951 e il 1953, tramite l'adattamento di quella della ex chiesa di San Sebastiano dei Gesuiti, andata distrutta dai bombardamenti aerei alleati.