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Non è possibile risalire con certezza all'autore dato che la rivista alpina Lo Scarpone riporta in numerose edizioni dei primi anni Trenta la notizia di varie spedizioni compiute da alpinisti tedeschi, francesi, austriaci e italiani che per primi intendevano raggiungere "l'invincibile parete nord del Grandes Jorasses". In particolare l'edizione del 1931 fa riferimento ai fallimenti dei tedeschi Weinberger, Schmdit e Aschnbrenner mentre quella del 1932 accenna all'insuccesso di Achille Calosso, Guido Tonerà, membri del CAI Torino, e di Alberto Coaz del Club Alpino Svizzero che il 17/01/32 tentarono l'ascensione del Grandes Jorasses. Sempre da Lo Scarpone risulta che nel 1933 ci provarono nuovamente gli italiani Gervasutti e Zanetti e gli svizzeri Armando Charlet, celeberrima guida di Charmonix, e Roberto Gréloz, vedetta del clan alpinistico ginevrino. Anche il bollettino CAI del 1936 accenna a come una decina di anni prima furono i due italiani Vittorio Ponti e Gaetano Polvara a scalare il massiccio del Monte Bianco, e che quindi in quella occasione avrebbero potuto raggiungere pure le Grandes Jorasses.
Inoltre la biblioteca dell'ETH di Zurigo conserva nel suo archivio digitale alcuni scatti aerei del Grandes Jorasses del 1931 e attribuiti a Walter Mittelholzer, mentre il Fondo fotografico storico del parco nazionale del Gran Paradiso conserva una fotografia raffigurante il laghetto del Checrouit, non distante dal gruppo delle Grandes Jorasses e attribuita ad Adolfo Hess, ingegnere e alpinista italiano vissuto nella prima metà del Novecento.
Pertanto visti gli innumerevoli alpinisti che scalarono le vette del Grandes Jorasses nel corso degli anni Trenta è impossibile risalire con certezza all'autore di questo scatto.