6[A]-19
L'oggetto della lastra può essere identificato con il borgo di Civita di Bagnoregio, anche conosciuto come La città che muore, che si trova in provincia di Viterbo, nel Lazio. In primissimo piano ci sono i calanchi. Questi profondi solchi sono definiti, geomorficamente, come il risultato dell'erosione del terreno e sono prodotti dall'azione degradatrice degli agenti atmosferici e delle acque, agevolata dalla costituzione geo-litologica del terreno.
La lastra sembra non appartenere alla sequenzialità delle lastre precedenti e successive. Infatti le lastre fino alla 6 [A] 18 e poi le successive - 6 [A] 20 e 6 [A] 21 - riguardano l'area geografica dell'Agro Pontino, mentre qui siamo nei terrirori del viterbese.
Civita è una frazione del comune di Bagnoregio e fa parte dei borghi più belli di Italia. Abitata da una decina di persone e situata in posizione isolata, è raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965. Il ponte può essere percorso soltanto a piedi anche se recentemente sono state fatte delle deroghe per gli abitanti e i residenti della zona. Probabilmente la datazione della lastra è antecedente alla costruzione del ponte non essendo quest'ultimo visibile nello scatto.
Civita di Bagnoregio è stata denominata La Città che Muore per il suo futuro che, già scritto, prevede uno suo lento ma inesorabile declino con l’aumentare dell’erosione della piccola collina sulla quale sorge. La caratteristica che salta subito all’occhio osservando la piccola frazione, e per la quale il borgo è noto in tutto il mondo, è quella di sorgere nella valle dei calanchi e di trovarsi in posizione isolata rispetto al resto degli altri paesi.
https://www.youtube.com/watch?v=lNqyqifaq2I
https://www.youtube.com/watch?v=EesLhi8cSxM
Civita venne fondata 2500 anni fa dagli Etruschi e sorge su una delle più antiche vie d'Italia che congiunge il Tevere e il lago di Bolsena. Numerose sono le testimonianze della fase etrusca di Civita, specialmente nella zona detta di San Francesco vecchio. IInfatti, nella rupe sottostante il belvedere di San Francesco vecchio è stata ritrovata una piccola necropoli etrusca. Anche la grotta di San Bonaventura, dove si dice che San Francesco guarì il piccolo Giovanni Fidanza, che divenne poi San Bonaventura, è un’antica tomba etrusca utilizza nel Medioevo come romitorio dagli eremiti.